Ieri Ravenna era sfarzosa capitale dell’Impero Romano d’Occidente; nei baccanali il magister bibendi, sorteggiato ai dadi, mesceva con perizia una varietà di vini, fra cui i vini “salsi”, o salati, che erano prodotti con uve seccate al sole e quindi miscelati, prima della fase di affinamento, con acqua marina, in modo da accelerare la maturazione e prevenire l’acetificazione.
Oggi la bizantina Ravenna è diventata una delle capitali portuali e produttive italiane. È una città vitale, dinamica.
La dimensione artistica e storica di Ravenna si sposa alla sua vivacità economica. Le pregiate cantine del territorio producono l’albana, il sangiovese, il pagadebit, la cagnina e le altre eccellenze vinicole romagnole.
Il ravennate Gianluca Grilli ha avuto un’intuizione e con determinazione ed entusiasmo nel 2010 ha intrapreso un percorso di ricerca e innovazione enologica. Con la collaborazione di una squadra di subacquei dell’Associazione Paguro ha affondato nel reef artificiale, ad una profondità di 30 metri, le casse di vino della Tenuta del Paguro, per recuperarle dopo il tempo necessario a raggiungere la maturazione ottimale.