Un’oasi naturalistica a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, culla della formazione Marnoso Arenacea, roccia madre e madre naturale di terreni poveri, è una storia di confine e di viticoltura appenninica quella di Villa Papiano, in bilico tra Romagna e Toscana, provincia e città, incastrata in un Appennino primitivo e boscoso, a metà strada tra una matrice naturale antichissima e un sentire attento alle fantastiche possibilità della vite. Essere artigiani della vigna significa: non stancarsi di osservare, curare i dettagli, imparare dall’esperienza, essere in simbiosi con l’ambiente, fare tesoro dell’insegnamento dei propri maestri, avere consapevolezza che ogni annata è diversa, mettersi in gioco senza tradire la natura. Qui si fanno vini verticali e longevi, che parlano di luce, fiori e sottobosco e riflettono un rango aromatico in cui la salinità diventa la spina dorsale e la struttura sottile.